Prove Ultrasoniche e Soniche
Le prove ultrasoniche oppure soniche, eseguite nelle modalità previste dal D.M. del 14/01/08 e dalla UNI EN 12504-4, permettono di determinare la resistenza del calcestruzzo opp. la densità dei materiali da costruzione nelle murature portanti. Nell’ottica di un’utile verifica antisismica degli edifici esistenti, le prove ultrasoniche opp. soniche, permettono di misurare i parametri meccanici necessari ad una corretta valutazione quali: il grado di omogeneità del materiale; la presenza di vuoti, lesioni o discontinuità delle strutture; i difetti di getto; l’integrità di pali di fondazione, il valore del modulo elastico dinamico, quindi la resistenza effettiva delle strutture di vecchia realizzazione in cemento armato oppure in altri materiali da costruzione.
Prove Sclerometriche
Finalizzate ad accertare la stima speditiva della resistenza meccanica di elementi strutturali in calcestruzzo o talvolta in muratura ma anche di rocce, le prove sclerometriche, eseguite nelle modalità previste dal D.M. del 14/01/08 e dalla UNI EN 12504-2, sono le prove non distruttive più frequentemente utilizzate per il controllo della resistenza meccanica del calcestruzzo in strutture di vecchia costruzione. Se abbinate a prove ultrasoniche (metodo sonreb) consentono di superare gli errori che si ottengono utilizzando separatamente il metodo sclerometrico, che è un metodo di indagine superficiale, e il metodo ultrasonico, che invece è un metodo di indagine volumetrico.
Prove Magnetometriche con Pacometro
Anche detta prova pacometrica, viene eseguita secondo le modalità previste dalla norma BS 1881:2004. Permette di rilevare in maniera non distruttiva la presenza, la direzione, il diametro e lo stato di ossidazione delle barre di armatura all'interno di elementi in calcestruzzo armato. Permette, inoltre, la misura dello spessore del copriferro, l'interferro dei tondini di acciaio, il passo delle staffe, l’identificazione di altri oggetti metallici quali tubazioni, cavi elettrici, tiranti ecc.
Prove con Martinetti piatti
Eseguite nelle modalità previste da ASTM C 11196-92, le prove con i martinetti piatti sono prevalentemente impiegate nella diagnostica di edifici e strutture in muratura. Sono condotte utilizzando un metodo non distruttivo e consentono un'indagine sperimentale sulle effettive condizioni statiche della struttura, sullo stato tensionale e sul modulo elastico. Si esaminano solitamente più punti, per avere un campione rappresentativo dei risultati.
Prove di Carico
Secondo la Normativa vigente nel campo delle Costruzioni (D.M. del 14.01.2008), le opere di ingegneria civile non possono essere messe in esercizio prima dell’effettuazione del collaudo statico. Nel caso degli edifici esistenti, invece, la valutazione della sicurezza va effettuata quando ricorrono determinate condizioni, tra cui la riduzione della capacità resistente a causa di eventi eccezionali (sismi, incendi, esplosioni etc.), la presenza di comprovati errori di progetto, oppure cambi di destinazione d'uso e modifiche strutturali (ampliamenti e sopraelevazioni). Una delle prove maggiormente accreditate ai fini della collaudabilità delle opere è la prova di carico, necessaria per identificare la corrispondenza tra il comportamento teorico e quello reale delle strutture.
Prove Georadar
Le indagini con georadar hanno lo scopo di rilevare la presenza di cavità naturali ed artificiali, reperti archeologici, sottoservizi, murature, armature, ecc. Il metodo è molto vantaggioso nelle esplorazioni preliminari di terreni, di strutture edili, nella verifica della geometria di fondazioni in calcestruzzo, nella mappatura di aree archeologiche e di quelle caratterizzate dalla presenza di cavità naturali ed artificiali. Le prove georadar si sono rivelate molto efficaci, inoltre, nella individuazione di vani interrati, di vani murati, nella determinazione degli spessori delle murature realizzate in calcestruzzo opp. in altri materiali da costruzione.
dott. Antonio TRAMONTE
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FOTOVOLTAICO

Il modulo fotovoltaico in silicio è costituito da un sandwich di celle in silicio, interposte tra uno strato di supporto e una copertura protettiva (in genere vetro temprato). Il collante del sandwich è un polimero, denominato EVA, che durante la produzione viene fatto reticolare con un ciclo denominato "laminazione".

A fine produzione, i pannelli vengono testati per verificarne la qualità produttiva, tuttavia, cattive saldature opp. difetti riconducibili al ciclo di laminazione, possono produrre, nel tempo, difetti noti come hot spot.

Tali difetti, consistenti in un anomalo aumento di resistenza elettrica (e dunque di temperatura), localizzati su una o più celle del pannello, pregiudicano la resa dell'intero pannello e della stringa nel quale quest'ultimo è inserito determinando una mancata produzione quindi un considerevole mancato guadagno.

È opportuno provvedere ad una mappatura termografica dei pannelli affetti da hot spot per poterli ricollocare in un numero minore di stringhe, massimizzando così la produzione, opp. per procedere alla loro sostituzione.

L’indagine termografica applicata al settore fotovoltaico si è rivelata una efficiente metodologia di indagine per la ricerca degli hot spot poiché non necessita di contatto con la struttura analizzata, è un metodo speditivo, in quanto analizza contemporaneamente, ed in breve tempo, più pannelli, permette di ottimizzare i costi di gestione dell’impianto e di aumentare la produzione di energia elettrica.